Il chiostro fa parte dell’omonimo convento, eretto nel cuore della città di confine: un gioiello che nel 1600 il monaco Beato Angelico Aprosio convertì in punto di riferimento per la cultura e gli studi religiosi.
Recentemente Comune e Parrocchia di Ventimiglia hanno unito forze e fondi per dare l’impulso conclusivo a una ristrutturazione avviata già a metà del secolo scorso. Obiettivo degli ultimi interventi, realizzati anche grazie a finanziamenti europei, era riorganizzarne tutta la struttura e restituire al chiostro l’antica fisionomia: dove erano le carceri è tornata la Biblioteca Aprosiana, con il suo Fondo Moderno, mentre quello Antico è rimasto nella sede di Ventimiglia Alta. Sono stati demoliti più di 1500 metri cubi di volume e ne sono stati ricostruiti soltanto 900, alleggerendo il carico architettonico dello spazio centrale per far posto a un prato, area verde utilissima per la collettività. Le attività parrocchiali che si svolgevano all’interno degli spazi smantellati sono state trasferite in una neonata ala nord del complesso. Una parete di listoni di legno, la nuova facciata su via Cavour e l’impianto di illuminazione del porticato sono altre novità che, oltre a restituire un comune ordine architettonico e geometrico, donano all’immagine complessiva una connotazione contemporanea.
[Ilaria Grigoletto]