L’aglio di Vessalico ha raggiunto grande notorietà negli ultimi anni dopo che l’americana CNN aveva ironizzato sul suo ampio utilizzo nell’alimentazione da parte degli italiani e l’inglese BBC aveva dichiarato e documentato che “l’aglio di Vessalico è meglio del Viagra”, promuovendo in Gran Bretagna una vera e propria caccia al prodotto e un’impennata nelle vendite.
Le quantità reperibili sul mercato, però, non sono purtroppo adeguate alla richiesta, poiché è molto difficile coltivare i piccoli terrazzamenti, abbarbicati sulle nude montagne del ponente ligure dove cresce su appena sette ettari. Il lavoro è semplice, ma faticoso: i solchi si scavano a mano; si seminano gli spicchi tenuti a bagno per una notte (i suoi bulbi sono stati tramandati nei secoli di generazione in generazione), si concima, infine, si raccolgono le piante e s’intrecciano per confezionare le caratteristiche ‘reste’.
Ingrediente imprescindibile del più tradizionale condimento ligure, il pesto, l’aglio è oggetto di promozione nell’ambito di alcune iniziative come la tradizionale ‘Fiera dell’Aglio’, che si svolge a Vessalico il 2 luglio di ogni anno, la presenza alle edizioni del Salone del Gusto di Torino, in qualità di presidio Slow Food da salvaguardare, rappresentando una limitata ma grande risorsa per i piccoli centri della Valle Arroscia.
L’aglio di Vessalico è considerato in assoluto dagli chef ‘la Rolls Royce’ delle diverse tipologie esistenti e sono molte le cucine di case e ristoranti locali che lo dispongono in bella mostra come elemento decorativo.
[Viviana Spada]