Kupka, Manzoni, Fontana, Delaunay nella collezione di prestigio dell’architetto Lino Invernizzi ora a Villa Faravelli
È una delle collezioni private di arte figurativa del ‘900 più rappresentativa e completa d’Italia, e fa bella mostra di sé al MACI, il nuovo Museo di Arte Contemporanea di Imperia. Si tratta della pregiata collezione Lino Invernizzi, architetto genovese, figlio del più noto Angelo, che ideò la torre Piacentini, appassionato d’arte e mecenate, che per tutta la vita raccolse capolavori di maestri contemporanei.
Ecco dunque che le stanze del primo piano della villa sono diventate sede di una collezione unica: sessanta opere tra pittura, scultura e grafica a testimonianza dell’evoluzione artistica, italiana e internazionale, del secondo dopoguerra. Presenti, tra le tante, anche opere di Frank Kupka, esponente del cubofuturismo russo, ma anche “Paysage” di Robert e Sonia Delaunay, appartenenti alla corrente del cosiddetto orfismo. E, ancora, si ritrovano i nomi di Serge Poliakoff, Joseph Albers, Max Bill, Victor Vasarely. Un’intera sezione del museo è dedicata agli astrattisti italiani, spiccano due tagli di Lucio Fontana, ma ci sono anche un esempio di “Achrome” di Piero Manzoni, simbolo del neodadaismo italiano e internazionale, e Marino Marini, con la scultura monofusione “Cavallo e cavaliere”, oltre a Piero Dorazio, Mario Radice, Renato Birolli.
L’allestimento del MACI è stato curato dagli storici dell’arte Franco Boggero e Alfonso Sista, della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria, con la collaborazione di Daniela Lauria, storica dell’arte.
Fino al 27 agosto, il parco e il piano terra del MACI ospiteranno “In between”, mostra personale di Carin Grudda, artista tedesca da anni residente a Lingueglietta (IM).
[Alessandra Chiappori]