Una delle tradizioni religiose più radicate della romanità era la devozione per gli antenati. I loro ritratti erano conservati in tutte le case di cultura romana, anche in forma di piccole statue di terracotta dette “sigilla”. Si tratta di immagini dei Lari domestici (Divinità protettrici della casa) che le famiglie si scambiavano come segno di amicizia e buon augurio. I bambini erano soliti sistemare le statuette in piccole ambientazioni naturalistiche nel giorno del ricordo degli antenati, la festa detta “Sigillaria”, introdotta da Caligola al solstizio d’inverno, il 20 dicembre.
Nel solstizio d’inverno la cultura romana celebra il “sole non vinto” e il “sole bambino” che nasce subito dopo. Le antiche culture europee e non solo, vicine all’osservazione dei mesi lunari e dei cicli solari, avevano grande considerazione per questi momenti di passaggio. La memoria di simili straordinarie ricorrenze nel corso dell’anno è recepita dal mondo cristiano nell’organizzazione delle feste, che vengono assimilate così in modo più semplice dalla popolazione. Non a caso il Natale ricade nei giorni del solstizio invernale, al netto del passaggio dal calendario giuliano (seguito dagli ortodossi) al calendario gregoriano (istituito nel 1582).
Come è noto, fu San Francesco d’Assisi, nel 1223 a realizzare a Greccio (Rieti) il primo Presepe, per rievocare la scena della Natività. Il Presepe era un modo attraverso cui rendere ovunque Santa testimonianza della Natività, non potendo recarsi nella Palestina ormai sotto il controllo musulmano. Non è però improbabile che la resa teatrale della Natività sia in fondo un perdurante ricordo di quella precedente celebrazione di età romana legata alla famiglia. Quella latina è una tradizione condivisa anche dalla principale città romana della Liguria occidentale, “Albintimilium”. I resti di questo insediamento sono all’origine dell’attuale Ventimiglia: gli scavi lì effettuati hanno restituito decine e decine di statuette di “sigilla”, le quali, dunque, raccontano l’origine di una tradizione che unisce i nuclei familiari e rallegra i bambini. In fondo, i protagonisti del Natale sono da sempre loro.
Alessandro Giacobbe